Il secondo testo che ha portato la 2^C a classificarsi al secondo posto di Natale in Giallo. Stavolta con degli inserti speciali… Buona lettura!
Per la mia Università, a New York, bisogna risolvere tre casi, per superare la Laurea, tre inventati ovviamente. Stavo scegliendo quale fare per primo quando… DRIIN “Pronto?” “Ale, ho un problema”, era la mia migliore amica Leila, forse, doveva scegliere quale vestito comprare da Zara.
“Max non torna a casa da tre giorni, all’inizio pensavo stesse da Jack”. Max era scomparso? Max il fratello di Leila che ha solo due amici dalla terza elementare? No no, non poteva essere… “Tranquilla, vedo di fare qualcosa, lo troveremo”.
Ho deciso subito di scrivere a Jack.
Dopo due ore, sono andata da Jack perché non rispondeva ai miei messaggi. Ho bussato ma non c’era nessuno, quindi sono andata dalla madre che mi ha aperto subito. “Ciao Alexandra, cosa ti porta qui a Times Square?” disse, “dovrei parlare con Jack ma non risponde da un po’”. Subito dopo le arrivò una chiamata e mi chiuse la porta in faccia.
Dopo qualche giorno, mi misi a cercare degli indizi su cosa stesse facendo Max e cercai lui e i suoi amici sui Social.
C’era una foto, pubblicata il 23 maggio, un giorno dopo la scomparsa di Max, era una foto di New York di notte, sembrava molto recente. Invece Jack non aveva nessuna foto, ciò non aiutava molto… Ho provato a chiamare Leila, ma non rispondeva.
3 giorni dopo…
Dovevo concentrarmi sullo studio e non potevo passare il mio tempo a pensare a Max e Jack, ma ora che era sparita anche Leila mi importava veramente, quindi sono andata da sua madre.
“Ciao Ale, Leila?” non sapeva dove fosse Leila? “Sono venuta qui per farti la stessa domanda” “Ma come… Aveva detto che sarebbe venuta a dormire da te visto che avevamo litigato!” Ero confusa, ma anche preoccupata “No, non la vedo da 3 giorni, non è venuta da me”. La madre chiuse la porta non so se arrabbiata oppure triste per la figlia.
Allora decisi di andare dalla polizia. Max non tornava a casa da ormai una settimana.
Ovviamente la polizia disse che non era importante e c’era un caso che dovevano finire e che questa era solo “Una banda di ragazzini che giocano a nascondino”.
Poi mi arrivò un’email.
Era passato un anno ormai, la polizia aveva indagato molte volte e io mi ero arresa da tempo.
Dopo poco ero lì, era probabilmente la zona più desolata di tutta New York.
Vidi che arrivava la madre di Jack, lei che mi aveva sbattuto la porta in faccia quando le ho detto che suo figlio era sparito, stava piangendo.
“Jack è stato ritrovato morto dalla polizia stamattina, dopo tante indagini…”, disse singhiozzando. Aspetta. Cosa ci faceva lei lì e chi stava facendo le indagini se la polizia si era arresa da mesi?
Mi girai per andare via ma vidi che vicino alla mia macchina ce ne era un’altra, la macchina di Leila. Entrai nella mia macchina ma non partiva. Chiamai la polizia e dissero che stavano già arrivando, perché?
Ero chiusa in macchina ma mi decisi a uscire, la polizia sarebbe arrivata poco dopo, non c’era niente da perdere.
“Non sei riuscita a risolvere il caso… che peccato!” c’era Leila, ma non stava parlando lei.
“Eri troppo impegnata a studiare? Non ci hai cercato e nessuno ci ha cercato”, sbucarono da dietro la macchina Max e Jack.
“Alexandra, pensavi sarebbe andata avanti così? Non siamo mai spariti veramente, tutti sapevano dove fossimo, tranne te.” Perché avrebbero dovuto farlo?
“Ah e ovviamente neanche la polizia lo sa, sennò sarebbe stato poco credibile”. Ora era Leila che parlava.
“Pensavi che sarebbe stato tutto facile liberandoti così di noi? Inizialmente er…” Jack stava parlando ma sentii le sirene della polizia arrivare e si fermò.
Arrivarono e gli spiegai cosa fosse successo. Loro hanno deciso di farli passare perché era solo uno scherzo.
Impossibile continuare a mandare messaggi
Volentieri.
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