Vi racconto del corso “Hub Bassa Sabina – Storytelling”, cui ho preso parte lo scorso 29 novembre.
Lo scorso mercoledì 29 novembre, noi docenti, calandoci nei panni di studenti, più o meno diligenti, abbiamo preso parte al corso di formazione su Fumetto digitale e Meme come strumenti per una didattica innovativa, tenuto dall’ormai noto ai nostri lettori, prof. Daniele Bucci e dalla prof.ssa Daniela Di Donato.
La classe era piuttosto numerosa, abbiamo pertanto lavorato in parallelo, mentre un gruppo si cimentava nell’arte fumettistica, l’altro si dedicava alla creazione di meme, e viceversa nell’ora successiva.
Devo ammettere di essermi divertita imparando, cosa che non mi capitava da tempo, e di essere riuscita anche a trovare una immediata applicazione pratica al fumetto, riproponendo in classe sia la piattaforma utilizzata durante il corso, sia l’altro interessante strumento utilizzato per creare una storia.
Già, partecipare a questo corso ci ha infatti dimostrato come l’AI possa essere utile e quale sia il modo più adeguato di approcciare a questa.
Partendo da un semplice nome, e da una “bozza” di idea per il protagonista della nostra storia non scritta ed inserendo tali dati all’interno del sistema di Toolsaday, uno strumento gratuito per la scrittura di storie con AI, questo è in grado di generare una sorta di carta di identità del nostro personaggio e di fornirci le basi per costruire il nostro racconto.
Ognuno di noi è stato in grado di creare il proprio fumetto utilizzando il programma Pixton Educator.
Ci siamo poi dedicati a qualcosa che, fino a quel pomeriggio, ho creduto “scollegato” dalla didattica: i meme.
Ovviamente, la mia convinzione non poteva dimostrarsi più errata.
I meme – spiega Daniela Di Donato – sono artefatti digitali, che circolano in rete e sui social, con una diffusione molto rapida e spesso incontrollata. Le immagini ironiche e virali, accompagnate da un breve testo, hanno l’intenzione di comunicare, ma allo stesso tempo di provocare una reazione in chi le guarda. Didattizzare i contesti di apprendimento è una delle competenze principali del docente: lo sguardo di chi educa vede nei contesti quotidiani scenari potenziali per l’apprendimento. Per questo – continua Di Donato – da diversi anni ho trasformato i meme in un artefatto metacognitivo e didattico contemporaneo, adatto a svelare i fraintendimenti, le comprensioni e le incomprensioni e allo stesso tempo motivante e coinvolgente per gli studenti.
Ci siamo misurati anche con la realizzazione di questi artefatti digitali, partendo dalla semplice domanda “come mi sento oggi?”e devo dire che ne abbiamo fatte delle belle.
È stato divertente ed educativo al contempo, sicuramente un’esperienza che potrebbe sortire lo stesso affetto in classe, avvicinando contenuti più “complessi e lontani” a linguaggi più “vicini e comprensibili” per le nuove generazioni.
Il sito che abbiamo utilizzato è Meme Generator.
Provate anche voi ad avvicinarvi a questo digitale, che non possiamo più tenere “a distanza”.
0