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Il mito della stella Arturo – “Il Pepoli”

di Ginevra Cholan, Social Lab

Utente RIIC82500N-psc

da Riic82500n-psc

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Il mito della stella Arturo, la regina delle notti di primavera.

Credit: Greg Parker, Jim Foster; Fonte: passioneastronomia

Il 31 maggio, nella suggestiva cornice di Parco San Paolo a Poggio Mirteto, si è svolta la serata astronomica “A riveder le stelle”. Questo mi ha incuriosita, e spinta a cercare notizie sulla maestosa Arturo, nota anche come Alfa Bootis, la stella più luminosa della costellazione del Boötes.

Arturo è una gigante rossa situata a 37 anni luce dalla Terra, facilmente riconoscibile nelle notti primaverili. Il suo nome, derivante dal greco antico Ἀρκτοῦρος, significa “guardiano dell’orsa”, un riferimento alla sua vicinanza con la costellazione dell’Orsa Maggiore.

Secondo la mitologia greca, Zeus pose la stella Arturo nel cielo per proteggere la costellazione di Callisto, l’Orsa Maggiore, dalla gelosia di Era. Callisto, figlia di Licaone e compagna di Artemide, fu sedotta da Zeus, che assunse le sembianze della dea della caccia. Rimasta incinta, Callisto fu scacciata da Artemide e trasformata in orsa da Era. Quando il figlio Arcade, divenuto cacciatore, cercò di trafiggerla, Zeus trasformò anche lui in orso, ponendo entrambi nel cielo come costellazioni. Le costellazioni dell’Orsa Maggiore e Minore, per volere di Era, non tramontano mai, rendendole circumpolari.

Nella cultura araba, Arturo è conosciuta come السماك الرامح (al-simāk al-rāmiḥ), termine che Geoffrey Chaucer latinizzò in Alramih. Questo nome fa riferimento alla posizione elevata della stella e alla sua intensa luminosità. Arturo, insieme alla stella Spica, formano le “due simāk” (al-simākānī). L’aggettivo الرامح (al-rāmiḥ) indica una lancia, suggerendo la vicinanza di altre stelle denominate le armi. Nelle tradizioni beduine, la vita segue i cambiamenti ambientali, incluse le stelle. Alcune tribù del Nord dell’Arabia riconoscono una quinta stagione, chiamata as-smāk, che dura 50 notti, dalla metà di febbraio alla metà di aprile, e prende il nome dalla stella Arturo. Le piogge di questa stagione sono considerate influenzate dalla stella e chiamate maṭar as-smāk.