Domenica scorsa si è tenuto presso la Biblioteca Peppino Impastato di Poggio Mirteto il concorso “Natale in giallo”. La classe 3B del nostro istituto si è classificata al primo posto con questo giallo di classe che vi proponiamo. Nelle settimane successive daremo spazio a tutti questi testi. Buona lettura!
È il 03 aprile 2023, Federico Galassetti entra in classe e trova il cadavere del compagno Francesco Battella.
Francesco è arrivato a scuola col pulmino alle 7:54, Federico è entrato in classe alle 8:02, quindi l’omicidio è stato commesso in 8 minuti.
Accanto al corpo è stata rinvenuta presumibilmente l’arma del delitto, una forbice dalla punta affilata macchiata di sangue; inoltre è stato ritrovato un libro di inglese insanguinato.
Dalla tasca destra dei pantaloni della tuta della vittima spunta un indumento intimo femminile, plausibilmente appartenente alla sua fidanzata, Anita (nome di fantasia).
Federico controlla se Francesco ha ancora battito cardiaco, toccando il cadavere e lasciando le sue impronte sul collo.
Entra in classe Eva Serena e trova Federico Galassetti accanto al cadavere, sospettando subito di lui.
A questo punto entrano in classe Maria Elena Lancia e Emma Duranti, che gridano spaventate davanti a quella scena. Le loro urla richiamano le attenzioni degli altri studenti, dei docenti in sala professori, e del Dirigente Scolastico.
Tutto l’Istituto è sotto shock per quanto capitato, in una tranquilla scuola dove finora ci si era preoccupati solamente della sparizione delle pizzette, il commissario Tofan e il vice commissario Umani dovranno adesso affrontare una nuova sfida: chi ha ucciso Francesco Battella?
Iniziano gli interrogatori e i primi sospettati sono: Galassetti, che ha rinvenuto il cadavere e Maria Elena Lancia, ex fidanzata della vittima, che potrebbe averlo ucciso perché ha scoperto la sua relazione con Anita.
Il vice commissario Umani mette sotto torchio il sospettato numero uno, Federico Galassetti, che si rifiuta di rispondere invocando l’intervento dell’avvocato difensore Valentino Russo.
L’avvocato si precipita nella stanza degli interrogatori, e chiede di conferire col suo assistito prima di riprendere con i quesiti della polizia.
Galassetti confessa al suo avvocato, di essere piuttosto spaventato perché poco prima che Battella morisse avevano avuto una lite molto violenta a causa della relazione di quest’ultimo con Anita, ex fidanzata del Galassetti.
Il vice commissario Umani continua con le sue domande incalzanti, e chiede al Galassetti come mai si trovasse accanto al cadavere del Battella, questi afferma di essersi preoccupato per il suo amico e di aver provato a soccorrerlo, ma non c’era più nulla da fare. A questo punto il vice commissario chiede informazioni in merito al litigio occorso tra i due, del quale aveva avuto notizia fin dai primi interrogatori, dagli altri testimoni. Il Galassetti è costretto ad ammettere il diverbio, ma giura che non avrebbe mai potuto colpire un amico, soprattutto alle spalle. Il commissario Tofan interviene chiedendo informazioni riguardo ai precedenti penali del Galassetti, che confessa di avere precedenti per furto: ha rubato dieci goleador al “Chiosco”, ma ha scontato la sua pena e ripagato il suo debito con la giustizia.
Il Commissario Tofan interroga Maria Elena Lancia, chiedendole a che ora è entrata in classe e chi ha trovato vicino al cadavere. La sospettata riferisce di essere entrata alle 8:04 e di aver visto il Galassetti vicino al cadavere e delle forbici appuntite ed insanguinate.
Il Commissario a questo punto si accorge di una stranezza, infatti la Lancia asserisce di aver visto delle forbici, ma non il libro di inglese, che invece all’arrivo degli inquirenti era presente sulla scena del crimine. Che qualcuno lo abbia messo lì in un secondo momento? E soprattutto, perché avrebbe dovuto farlo? Probabilmente a mettere il libro sulla scena è stato l’assassino, che torna sempre sul luogo del delitto.
Una soffiata anonima informa la polizia che c’è un cellulare sotto l’albero di Natale che viene attivato ogni notte per questioni di sicurezza. Il dispositivo avrebbe registrato una conversazione della vittima con il suo presunto assassino. L’audio è un po’ disturbato, ma da quanto si riesce a carpire, i due stavano discutendo animatamente per questioni di soldi, perché la vittima non ha potuto pagare un debito di gioco. Questo ritrovamento apre un nuovo scenario, perché la voce registrata non è quella di Federico o di Maria Elena, ma sembrerebbe appartenere ad una ragazza con un forte accento albanese. Potrebbe essere Emira Azizi? E soprattutto ci saranno le impronte del colpevole sul cellulare?
Il vice commissario Umani a questo punto interroga Emira Azizi, chiedendole quale rapporto avesse con la vittima. Emira risponde che era in affari con lui, e gestivano un giro di scommesse sui tornei di biliardino dello Street bar.
A questo punto, ognuno dei sospettati aveva un motivo per uccidere Battella:
- Galassetti: la loro amicizia si è interrotta dopo una violenta lite, in seguito al fidanzamento della vittima con Anita, inoltre ha dei precedenti penali.
- Maria Elena: potrebbe aver commesso un delitto passionale.
- Emira: potrebbe aver ucciso il Battella per ragioni economiche.
Un testimone, Romano Calvani, afferma che al momento del delitto il Galassetti era con lui al bar, il vice commissario Umani si reca al bar “Play Game” per verificarne l’alibi e chiede di visualizzare i filmati delle telecamere. Qui una inquietante scoperta attende i nostri poliziotti: i filmati sono oscurati tra le 07:50 e le 08:15 del 03 aprile. L’alibi di Galassetti non può essere verificato.
I poliziotti sono in un vicolo cieco, solo la perizia del medico legale potrà sciogliere i dubbi.
Il corpo della vittima viene trasportato nella stanza della dottoressa Caramignoli, la quale esegue l’autopsia e rileva quanto segue: il Battella è stato colpito alla testa con un oggetto non identificato, il colpo ha fatto perdere l’equilibrio alla vittima che è caduta a terra con il volto rivolto al pavimento e poi è stato pugnalato alle spalle per tre volte con una rabbia feroce dal suo aguzzino.
I commissari sono in attesa di un ulteriore responso, quello della polizia scientifica, che gli permetterà di individuare le impronte digitali e eventuali tracce di DNA.
Il dottor Iulianella riferisce che il DNA rinvenuto sulla scena del crimine appartiene ad un individuo di sesso maschile, di tredici anni, a questo punto il cerchio dei sospettati si restringe. Solo il test del DNA sul Galassetti, potrà confermare che è stato lui a commettere l’omicidio, o ribaltare la situazione.
Gli investigatori fanno una scoperta sconcertante, che riapre il caso: il DNA non corrisponde, non è stato il Galassetti ad uccidere Battella.
Chi poteva avere interesse ad uccidere Battella?
Viene interrogato Federico Rocci, che riferisce che Romano Calvani aveva già tentato di uccidere Battella perché gli aveva sottratto delle carte dei Pokémon.
Il vice-commissario Umani interroga Romano Calvani che nega ogni coinvolgimento ma si dimostra disponibile, dicendo che se dovesse ricordare qualcosa o avere informazioni utili contatterà il commissariato.
Una volta fuori dall’edificio fa recapitare un messaggio al vice-commissario Umani, in cui gli promette una grossa ricompensa in cambio della sua complicità nell’occultamento delle prove. Il disegno di Calvani è diabolico: vuole far ricadere la colpa su Thomas Mastroiaco, conosciuto nell’ambiente come “El Chapo” perché membro di un cartello messicano.
Umani accetta e la mattina dopo Denisa Esanu si fa trovare in un parcheggio deserto con una valigia colma di cioccolata Kinder.
Il piano è semplice: Ginevra Cholan, si presenta al commissariato (anche lei corrotta dal Calvani con una t-shirt autografata da Shiva) e dichiara di aver visto El Chapo pugnalare con le forbici il Battella, e di non aver parlato fino a quel momento perché temeva per la sua vita.
Ginevra è una testimone oculare, e il commissario Tofan decide di metterla sotto protezione, vista l’alta pericolosità del soggetto incriminato. Dovrà cambiare identità e trasferirsi a Salsomaggiore Terme, dove vivrà protetta dall’agente segreto Balraj Singh, sotto il falso nome di Armanda Figurina.
Le indagini sono concluse, El Chapo è stato rinchiuso in un carcere di massima sicurezza e condannato all’ergastolo per l’assassinio del Battella.
Romano Calvani ha ancora una questione da sistemare, prima di poter lasciare l’Italia e rifarsi una vita come allenatore di Pokémon a Bali: deve eliminare Federico Rocci.
Assolda un sicario, il migliore in circolazione, Marco Nyaga “la pantera nera” proveniente da un altro continente e avente studiato le migliori tattiche di killer professionista.
Federico riceve un messaggio in cui c’è scritto che riceverà una action figure di Shrek Buddah, un pezzo unico al mondo, che gli verrà consegnato quella sera stessa, alle 23:37 in via Diego Eusebi 61.
Uno strano corriere si presenta all’appuntamento, Marco Nyaga travestito da Bartolini, con la divisa rossa e un cappello da alpino. La penna di quel cappello sarà l’ultima cosa che Rocci riuscirà a vedere, perché appena aprirà il pacco salterà in aria: era un pacco bomba.
Il frastuono provocato sveglia tutta la cittadina, sul luogo dell’incidente solo un cappello da alpino.
Emma che stava andando da Rocci per dichiarargli i suoi sentimenti, ha assistito alla scena drammatica. In lacrime ha chiamato i poliziotti Umani e Tofan, che sono accorsi sulla scena del crimine. Nonostante fosse sconvolta è riuscita a fotografare il camioncino del corriere che si allontanava e a prenderne la targa.
Il commissario Tofan trova il cappello e si insospettisce, quindi si reca in commissariato ed effettua subito una ricerca sui principali serial killer e i loro tratti distintivi; nel frattempo il vice commissario Umani ricerca la targa del camion e scopre che era stato rubato proprio quella mattina, a Firenze.
Grazie al Gps presente sul veicolo riescono a ritrovarlo, era fermo davanti al Quirinale. Il vice commissario Umani pone il veicolo sotto sequestro e lo trasporta al deposito giudiziale di Poggio Mirteto, davanti alla casa di Denisa Esanu, in quel posto che un tempo era conosciuto come “il campetto”.
La pantera nera, complice il buio della notte, agisce indisturbata e distrugge il veicolo. Crede di aver eliminato ogni traccia, ma non si è accorto di aver smarrito il cappello.
Le impronte rinvenute sull’unico oggetto nelle mani degli inquirenti non appartengono a nessun criminale in archivio, ma ad uno studente della scuola Pepoli…
A questo punto appare chiaro il collegamento tra i due omicidi, Battella e Rocci sono stati uccisi dalla stessa persona, ma per l’omicidio del Battella c’è El Chapo in carcere, quindi come può aver ucciso Rocci?
Le impronte appartengono a Marco Nyaga, che sia lui la mente dietro a tutto?
Viene sottoposto ad un interrogatorio durissimo, alla fine decide di confessare: il progetto criminale è piuttosto complesso, la mente dietro a tutto era quella di Romano Calvani.
Volete sapere come va a finire?
Dobbiamo attendere la seconda stagione.
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